*Di Valeria Dialotti
Hai presente quelle cose che sogni per anni, ma pensi che non potranno mai succedere perchè non hai mai sentito di nessuno che le abbia fatte prima? Ecco, non è vero.
O per lo meno non lo è stato per me e per tutti i colleghi che mi hanno accompagnata nell’esperienza lavorativa più intensa che io avessi mai potuto sognare una volta fuori dall’università.
Mi sono laureata ad ottobre 2018 in Lingua e cultura cinese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia come molti di voi che forse stanno leggendo questo breve articolo.
Durante gli anni all’università sono riuscita ad andare in Cina a studiare, un primo periodo a Pechino, durante la laurea triennale e una seconda opportunità è arrivata al quinto anno. Pechino è tornata a chiamarmi e così ho trascorso altri sei mesi alla Peking University dove ho lasciato parte del mio cuore.
Per me la Cina e la sua lingua sono sempre state un amore a prima vista, che poi si è trasformato in una grande passione e allo stesso tempo un senso di repulsione e ostilità. Sentimenti opposti, di amore-odio, che però mi hanno legata moltissimo a tutta la sua cultura e alla sua gente, quasi a creare una sorta di “dipendenza” che non mi ha fatto dubitare lungo la strada anche nei momenti più difficili.
Tornando a noi…dopo la laurea, come a molti di voi, ecco arrivare il grande dilemma: cosa fare dopo?
Non avevo le idee chiare, per niente! Non sapevo cosa farmene del cinese e di tutti gli anni di studio alle spalle. L’unico grande desiderio, o forse meglio dire sogno, che conservavo da anni era quello di far conciliare la mia grande passione per gli sport di montagna con la lingua cinese. Ho sognato per anni, quasi dimenticandomi che sarebbe potuta arrivare davvero un’occasione dopo la laurea.
E quell’occasione ha bussato a poche settimane dalla mia discussione della tesi.
Incredula, ma al settimo cielo ho accettato la proposta e la mia “avventura”, come la definisco io, ha avuto inizio.
Vivere quasi due anni come interprete per un team di atleti cinesi mi ha fatto credere che i sogni vanno perseguitati e che tutto è possibile.
Ho avuto modo di lavorare per la Federazione degli Sport Invernali cinese che nel 2018 ha deciso di aprire vari progetti per l’allenamento degli atleti cinesi sparsi per l’Europa, in vista di Pechino 2022. Negli ultimi anni la Cina ha investito miliardi per lo sviluppo della cultura degli sport invernali e il nostro progetto ricade sotto questo intento del Governo Cinese.
Nel primo periodo ho lavorato in Alto Adige con una squadra di 50 atleti provenienti da diverse regioni cinesi. Con me uno staff di sei interpreti che affianca una decina di allenatori italiani e internazionali.
Le giornate erano scandite dalla sveglia alle 6.00, una mattinata intera trascorsa sulle piste da sci delle Dolomiti ad affiancare gli allenatori intenti a seguire gli atleti cinesi nelle discipline di Slalom e Slalom Gigante.
Il pomeriggio era dedicato al recupero, fisioterapia e allenamenti in palestra, mentre la sera si trasformava in un momento di condivisione tra atleti e noi.
Un momento in cui soprattutto noi interpreti abbiamo giocato un ruolo chiave nell’integrazione culturale tra i ragazzi, che erano alla loro prima esperienza all’estero e gli allenatori che non avevano mai preso parte ad un progetto di queste dimensioni con atleti provenienti dall’Asia.
E’ stata un’esperienza a 360° dove ho potuto mettere in pratica non solo le competenze linguistiche in un campo assolutamente nuovo, ma vivere sulla mia pelle cosa significa gestire una squadra di atleti adolescenti cinesi in tutte le sue parti.
Dal momento in cui sono entrata a far parte di questa grande famiglia, come piace descriverla a me, ho capito quanto mi stavano insegnando e trasmettendo(non senza difficoltà). Il grande entusiasmo per questo lavoro, che sentivo cucito sulla mia pelle, mi ha spinta ad accettare il secondo progetto, che è arrivato nel 2019.
Lasciata la prima squadra ho potuto continuare con un team più piccolo e trasferirmi in Austria, nella valle del ghiacciaio Stubai, non lontano da Innsbruck.
Un anno trascorso in alta quota, vissuto tra allenamenti e trasferte, in Italia e in Cina, a rincorrere la neve quattro stagioni all’anno. Un lavoro intenso, faticoso, per noi e per gli atleti, fatto di sacrifici, ma anche grandi gratificazioni.
Per chi non ha mai vissuto l’agonismo suona strano e a volte quasi eccessivo, ma quello che può trasmetterti, oltre la disciplina, è un grande senso di appartenenza e reciproca fiducia. Il mio non era solamente un incarico da traduttrice o interprete, ma si è poi spontaneamente trasformato in una figura sulla quale i ragazzi potevano fare affidamento, condividere i loro pensieri, emozioni e momenti belli e difficili.
Abbiamo viaggiato in Cina, ad Harbin e Urumqi. Ci siamo rimasti due mesi, tra allenamenti sulle nevi della Mongolia Interna e sulle piste da sci Indoor. Vivere questo lato della Cina che non avevo mai avuto modo di vedere mi ha insegnato molto e tutt’ora ringrazio per avermi insegnato che tutto è possibile.
A gennaio 2020 mi trovavo ad Urumqi, in Xinjiang, al centro di allenamento regionale per gli sport invernali, ancora all’oscuro di quello che sarebbe successo di lì a poco.
E’ stata l’ultima trasferta prima di tornare in Italia pochi giorni prima la chiusura dei voli aerei.
Di chiusura noi avevamo già iniziato a sentirne il gusto, perché la situazione a Xinjiang era politicamente pesante e uscire per andare in città era un lusso che riuscivamo ad ottenere solo tramite raccomandazione e un’auto della polizia che ci scortava ovunque. Ma questa è tutta un’altra storia…
A Pechino 2022 purtroppo non siamo riusciti ad arrivare. Per ovvi motivi il progetto è stato chiuso a marzo del 2020 e da lì in poi è iniziata la mia nuova vita. Due anni di pandemia mi hanno costretta a ripensare alla mia strada e dove stavo andando. Ho deciso di fare tesoro della mia esperienza e andare avanti con un nuovo capitolo, senza scoraggiarmi. Ho ricominciato a studiare e mi sono iscritta ad una scuola di Medicina Cinese Tradizionale che tuttora frequento, affiancandolo al lavoro di insegnante di Yoga, altra passione nata proprio a Pechino alcuni anni fa.
*Valeria Dialotti, una laurea magistrale a Ca` Foscari in lingua e cultura cinese nel 2018 e una grande passione per gli sport outdoor. Dopo il conseguimento della laurea ha lavorato come interprete e traduttrice per il Chinese National Alpine Ski team e il Xinjiang Regional Alpine Ski team, due progetti realizzati in collaborazione con la Federazione degli sport invernali cinese in Alto Adige e in Austria.
Dopo questa esperienza, nel 2020 ha deciso di proseguire gli studi nel campo della Medicina Tradizionale Cinese iscrivendosi all`ateneo di Scuola Tao di Bologna dove tutt’ora frequenta i corsi e di diventare insegnante di Yoga, un percorso iniziato proprio quando si trovava a Pechino per la prima volta nel 2015.
Il suo sogno nel cassetto è quello di realizzare un progetto nel quale unire lo Yoga e il movimento consapevole con la Medicina Cinese per le discipline sportive.