Al ristorante in Cina vige l’usanza di ordinare diverse pietanze da condividere con gli altri commensali. I piatti di solito vengono posti al centro di un tavolo rotondo sopra un vassoio di vetro che ruota, così da permettere a tutti di servirsi tranquillamente.
In 4 anni di vita in Cina ne ho visti di vassoi ruotare come delle roulette russe: a volta davanti mi arrivavano piatti deliziosi, altre volte le tanto detestate zampe di gallina, ma pur sempre tutto in grande abbondanza. Ordinare più cibo del necessario è un fatto culturale: la Cina è memore di lunghi periodi di carestia e la possibilità ad oggi di poter mangiare quanto e quando si vuole è vista come una libertà preziosissima. Mia madre mi ha sempre insegnato a non lasciare il cibo nel piatto, mentre in Cina lasciare avanzi è diventato un segno di rispetto nei confronti di chi ti invita a cena o ti ospita a casa. Finire tutto quello che hai nel piatto significa che sei ancora affamato ed è un disonore per chi ti ha ospitato. Ordinare molte pietanze in un ristorante e permettersi di sprecare cibo è uno show-off molto comune nella cultura cinese. In Cina è essenziale mangiare fino a sazietà, e se sei un ospite a fine pasto ti chiederanno sempre 吃饱了吗?letteralmente hai mangiato a fino a riempirti ( come una borsa)?
Questa usanza ha portato ad enormi sprechi alimentari nei ristoranti: tante volte mi sono indignata nel vedere delle coppie ordinare 10 pietanze diverse e toccarne a mala pena 2 mandando indietro il resto. L’Accademia delle scienze sociali di Pechino ha rilevato che il cinese medio spreca 93 grammi di cibo per pasto, soprattutto riso, pasta e carne. Nei ristoranti e nelle mense scolastiche il fenomeno è anche più grave.
Xi Jinping ha detto basta a questo lanciando la “campagna piatto pulito” 光盘行动 Guāngpán xíngdòng
. Questa campagna era già stata lanciata nel 2013, quando Xi era appena arrivato al potere, per porre fine ai banchetti luculliani dei funzionari di partito. Oggi l’obiettivo è diverso e si estende a tutta la popolazione.

Un’emergenza alimentare
Perché portare avanti questa campagna proprio adesso? Si tratta di un momento in cui la Cina sta affrontando uno “stress alimentare”.
La guerra economica con gli Stati Uniti ha diminuito le importazioni di cibo, così anche come anche la pandemia ha profondamente influito sul commercio alimentare con l’estero.
Quest’anno, oltre al lock-down che ha rallentato anche l’attività agricola, oltre che la grande distribuzione delle derrate, pesano le alluvioni che da giugno stanno devastando le province centro-meridionali della Cina. A luglio i prezzi alimentari si sono impennati del 10%; quelli della carne di maiale dell’86%, perché la peste suina continua a decimare gli allevamenti.
Xi Jinping ha quindi colto l’occasione per invitare i suoi cittadini a limitare gli sprechi. La prima compagnia catering a farlo è stata di Wuhan ponendo la regola del -1, cioè è possibile ordinare un numero di pietanze minore al numero di commensali. Alcuni ristoranti stanno anche cercando di inserire nel loro menù le mezze porzioni e pure le doggy bag per portare via gli avanzi.
Sarà facile cambiare?
Una giusta campagna? Per una classe media vicina più attenta agli sprechi e all’impatto ambientale, sì. Un’altra parte della popolazione invece ha iniziato a lamentarsi online di non aver nemmeno più la libertà di ordinare quanto vuole al ristorante.
Xi Jinping sta promuovendo il ritorno ad uno stato più etico, dopo un anni di politiche che invece hanno dato piena libertà ai propri cittadini di spendere il denaro come gli pare e piace e di altre libertà sfrenate che hanno creato una sorta di crisi morale.
Funzionerà? Per esperienza credo che questa sia un’abitudine dura a morire, ci vorrà molto tempo per cambiare i cinesi a tavola.
