L’assenza di turismo Cinese potrebbe costare caro all’Italia

Negli ultimi anni girare liberamente per Venezia era diventato difficile: le strette calli veneziane ed i ponti erano quasi sempre ingombrati da gruppi di turisti, in particolare asiatici. Venezia ha sempre avuto il suo rapporto di amore ed odio per i gruppi numerosi di visitatori che affollano la città, ma che fanno anche girare l’economia nella laguna. Quest’anno la mancanza di turisti si sente, specialmente in una Venezia che da un lato è felice di non assomigliare più ad una sorta di Disneyland italiana.

Una ripresa quasi impossibile per quest’anno

Non solo in Italia, ma in tutta Europa l’assenza di turismo, in particolare cinese, potrebbe costare caro. Le perdite potrebbero aggirarsi intorno ai 10 miliardi di euro.
Analisti, addetti al settore turistico ed agenzie di viaggio hanno affermato che l’assenza di turisti cinesi ha causato enormi perdite per l’industria turistica europea. Per quest’anno la ripresa è quasi impossibile a causa delle incertezze causate dalla pandemia di COVID-19.

Il quotidiano Global Times ricorda anche come, il turismo in Europa  – contando il 3,9% del Pil europeo – dia lavoro a quasi 12 milioni di persone. E la Cina contribuisce in maniera sostanziale.

La sfida del lusso a turismo bloccato.

I turisti cinesi in Italia sono i più ambiti perché sono tra quelli che prediligono di più lo shopping e l’acquisto di beni di lusso made in Italy. A Venezia il centro commerciale di lusso Fondaco dei Tedeschi, a due passi dal Ponte di Rialto, sembra studiato apposta per attrarre clientela che proviene della grande Terra di Mezzo . Negli ultimi anni mettere in un curriculum la conoscenza della lingua cinese ha quasi sempre assicurato il lavoro all’interno di boutique di lusso. I tempi in cui a Firenze giravano pulmini pieni di turisti cinesi diretti all’outlet di lusso The Mall sembrano ormai ricordi lontani. Prima della pandemia globale i cinesi e in generale gli asiatici, big spenders del settore, investivano circa i due terzi dei loro acquisti in Europa o nel resto del mondo, comunque fuori dai confini cinesi della Mainland China, per tanti motivi, a partire dai vantaggi in termini di prezzo e per non essere tracciati da Pechino. Ma con i voli internazionali bloccati dal lock-down, le previsioni sono che quest’anno i cinesi amanti dello shopping di lusso resteranno e spenderanno in patria. La sfida di oggi diventa sedurre i consumatori asiatici a casa loro.

Il 2020 doveva essere l’anno della cultura e del turismo Italia-Cina

Era iniziato sotto tutt’altri auspici. Il 21 gennaio, proprio mentre a Wuhan scattava l’emergenza, a Roma il ministro Dario Franceschini e l’omologo cinese lanciavano l’anno della cultura e del turismo Italia-Cina. In programma iniziative memorabili, come una mostra sull’esercito di terracotta alla Reggia di Caserta. L’obiettivo era quello di capitalizzare sulla voglia di viaggiare della nuova classe media cinese, la forza più dirompente sulla scena del turismo globale. Con 3 milioni di arrivi nel 2018, l’Italia era già la meta preferita dei cinesi in Europa. Per l’anno 2020 si prospettava un’ulteriore crescita, considerato anche l’accordo già siglato per triplicare i voli settimanali tra i due Paesi. Ed invece a Febbraio l’Italia è stata il primo governo europeo a chiudere quei voli diretti, irritando non poco Pechino.

I cinesi non perdono la voglia di Italia

I turisti cinesi si sono sempre mossi in gruppo, in pochi di solito si avventuravano in Europa senza appoggiarsi ad una agenzia di viaggi che si occupi di visti, alberghi ed itinerari. L’anno scorso al consolato Italiano di Shanghai rimasi colpita da una signora cinese che trasportava un’intera valigia di passaporti per la richiesta di visti turistici. Il business delle agenzie di viaggio in Cina funziona bene, ma quest’anno sta spingendo i cittadini a viaggiare all’interno dei confini nazionali. Prima della pandemia le cose andavano a gonfie vele: 30 mila persone sono state portate in Italia lo scorso anno con gruppi organizzati, con quote fino a 5 mila euro per una settimana. Forse in autunno torneremo a vedere qualche turista cinese muoversi in gruppo tra le bellezze del nostro paese, ma tutto dipendere da come l’Italia gestirà la riapertura dei voli e gli obblighi di quarantena con i Paesi extra UE. I cinesi non perdono la voglia di Italia, e l’Italia non vuole perdere i cinesi. Per una completa ripresa dei viaggi dovremmo comunque aspettare ancora un po’.

Leave a Reply

Fill in your details below or click an icon to log in:

WordPress.com Logo

You are commenting using your WordPress.com account. Log Out /  Change )

Facebook photo

You are commenting using your Facebook account. Log Out /  Change )

Connecting to %s