Qui c’è il caos… sì, ma mediatico! Ho capito solamente adesso come funzionano i giornali e chi li legge: pochi giorni fa è uscita la mia “intervista” sul Tirreno e nel giro di poche ore sia io che la mia famiglia siamo stati tempestati di messaggi e chiamate. Alla richiesta dell’intervista mi ero proposta di inviare io stessa qualcosa di scritto per facilitare la stesura dell’articolo: il contenuto fedelissimo alle mie parole è stato però tradito dal titolo e sottotitolo. Molte persone di fronte ad un articolo leggono solamente il titolo in grassetto, per questo è importante la scelta di un incipit che attiri la curiosità di lettori pigri. Voglio rassicurare parenti ed amici che non sono stata presa in ostaggio dal governo Cinese e non sto vivendo alcuna catastrofe: la situazione è sotto controllo!
Non esco da Domenica sera perché tutte le università cinesi hanno deciso di prendere misure di precauzione straordinarie per evitare che i dormitori si trasformino in dei lazzeretti. Il dormitorio è chiuso ed io sono dentro, in una situazione più critica sono i compagni di università che al momento si trovano in viaggio e non potranno rientrare come avevano programmato prima del 2 Marzo. Ieri ho parlato con un’altra ex studentessa di Ca’ Foscari che si trovava in vacanza in Vietnam e vedendosi la porta del dormitorio chiusa in faccia non ha trovato altra soluzione che comprarsi un biglietto di ritorno per l’Italia.
Questa è una situazione spiacevole, ma non allarmante: l’alba dei morti viventi è un film, ancora nessuno zombie infettato dal coronavirus è venuto a mordermi in camera!
Una notizia più è tragica e più si vende, ed io più che “bloccata” ho deciso di non comprare subito un biglietto di ritorno per l’Italia perché spero (magari vanamente) che la situazione si rimetta.
È triste che questo periodo dell’anno, di solito di gioia, sia stato festeggiato nella paura: la notizia di un nuovo virus in giro è stata, come c’era da aspettarsi, ingigantita da giornalisti poco professionali e da false notizie. Ho passato la scorsa settimana a leggere articoli sempre più allarmanti, alcuni dei quali che addirittura sembravano aver preso spunto da qualche film apocalittico. Ironicamente la notizia di questo virus è diventata “virale”. Per questo ho deciso di riportare qua perché ritengo che la situazione adesso non sia allarmante.
2019-nCoV , di che cosa si tratta?
Parliamo del virus 2019-nCoV, ovvero 2019 Novel Coronavirus: è essenzialmente un virus che va ad attaccare le vie respiratorie ed uno dei sintomi principali sono quelli di un comune raffreddore. Come avevo citato nel mio precedente articolo sto facendo attenzione a questo nuovo virus con lo stesso spirito con cui faccio attenzione a non beccarmi l’influenza stagionale quando è in giro.
È anche vero che il 2019-nCoV è una novità, e come tale potrebbe mutare: le precauzioni che la Cina sta prendendo sono molte, drastiche ed autoritarie. Vivendo in Cina da un po’ so bene quanti cinesi si mettono la mascherina non solo per proteggersi dallo smog ma anche da comuni raffreddori: la maggior parte dei cinesi che conosco di solito si allarmano istintivamente ad un qualsiasi starnuto e sono dei veri e propri salutisti, l’abitudine di bere sempre acqua calda è un esempio. Secondo le statistiche le persone morte a causa del 2019-nCoV sono per la maggior parte anziane con e già affette da altre malattie: si parla di persone dal sistema immunitario molto debole.
Fonte:https://www.linkedin.com/pulse/corona-panicdemic-wuhan-wors-charlie-%25E5%25A9%25B5%25E5%25A9%25B5-liu-%25E5%2588%2598-?from=timeline&isappinstalled=0
Parliamo di numeri
I morti ad oggi sono 132 su 6086 infettati e su 1,4 miliardi di persone in Cina: è vero che i numeri di persone che hanno contratto il virus stanno aumentando, come è anche vero che ogni anno gli Stati Uniti registrano circa 35mila morti per comune influenza. Questi sono solo numeri, ma aiutano a ridimensionare un po’ l’allarmismo attuale. Ho ricavato queste informazioni leggendo un articolo del New York Times e mi prendo la libertà di citare un passaggio: “When we think about the relative danger of this new coronavirus and influenza, there’s just no comparison,” Dr. William Schaffner, a professor at Vanderbilt University Medical Center, told Ms. Sabo. “Coronavirus will be a blip on the horizon in comparison.” – “Quando mettiamo a confronto il pericolo di questo nuovo coronavirus ed una comune influenza, non c’è paragone” afferma il Dr. Willian Schaffner, professore alla Vanderbilt University Medical Center, mentre Ms. Sabo afferma: “ Il coronavirus è una piccolissima scintilla all’orizzonte”
Fonte: https://www.nytimes.com/2020/01/28/opinion/coronavirus-risk.html
Quindi che l’allarmismo sia in parte dovuto ad un giornalismo affamato di dramma?
Non sono certo un medico per stabilire la gravità o meno del nuovo virus e sapere come evolverà con il tempo, ma sono stanca di ascoltare notizie false a riguardo e di vivere ogni giorno con lo stesso allarmismo con cui nel medioevo i contadini vivevano la peste, anche se a volte il livello di informazione e di ignoranza sembra lo stesso dell’anno mille. Molti miei compagni qua vivono in constante ansia di controllare notizie riguardo alla situazione in Cina, spesso inciampando in fesserie come ad esempio “la Cina chiuderà tutti gli aeroporti domani”. Creare panico non aiuta certo la situazione, come anche l’accanimento contro il popolo cinese per questa nuova “epidemia”: se il coronavirus è nemico della Cina, è nemico di tutti. Purtroppo la Cina è famosa per la diffusione di nuove malattie, basta guardare al 2003 e alla SARS: la Cina è il paese più densamente popolato al mondo, il che crea un ambiente florido per il profilare di nuovi virus, ma è anche un paese che ad oggi sta facendo tutto il possibile per fermare il diffondersi del virus.
Non ho ancora deciso se tornare a casa o meno, ammetto di avere anche io un po’ di ansia: l’idea di mettermi su un volo per circa 13 ore con una mascherina sulla bocca non mi esalta.
Ho parlato con la Farnesina ancora una volta: 60 italiani bloccati nella città di Wuhan sono stati rimpatriati oggi, la scelta di rimpatrio per Italiani residenti in altre parti della Cina è a loro discrezione. La situazione è imprevedibile, molte compagnie aeree hanno scelto di cancellare voli per e dalla Cina perché la maggior parte di questi sono vuoti, non solo per ragioni di sicurezza.
Mi sento abbastanza positiva riguardo a questa situazione, anche se chiusa in un dormitorio: la Cina non si fermerà o chiuderà al mondo ed i giornali presto avranno altre notizie da masticare.