Londra è diversità

Non facevo un viaggio a Londra da tempo, precisamente dai tempi del liceo quando partivo per le vacanze studio a Luglio e tornavo a fine estate sempre bianchiccia e con la pancia piena di biscotti al burro. I ricordi che avevo di Londra prima di tornarci questa estate erano sbiaditi spezzoni di qualche film che mi ero fatta in testa: a Londra forse devo il mio carattere da inguaribile romantica, come un’eterna impacciata Bridget Jones, ma anche la mia natura internazionale, perché i miei piccoli viaggi a Londra sono stati i primi che ho fatto da sola, e per questo non smetterò mai di ringraziare i miei genitori per avermi regalato fin da subito la possibilità di affacciarmi verso tutto ciò che c’è al di là dell’Italia.
Tornare è stato bello ed è stato come riscoprire una città nuova, od almeno vederla con gli occhi di una ventiquattrenne e non più di una quindicenne impacciata e con un inglese così così. Potrei scrivere delle mie passeggiate per Oxford Street, della bellezza di Hide Park e del fascino un po’ ribelle di Camden Town: Londra è meravigliosa da scoprire in ogni strada, ma preferisco lasciare tali descrizioni ad una comune guida turistica. Ho visitato Londra nelle sue zone più nascoste, ho evitato in gran parte le maggiori attrazioni turistiche e mi sono lasciata trasportare dalla forte energia di questa città ed ho osservato le persone che rendono Londra così speciale.

La parola che secondo me descrive meglio a Londra è “diversità”,  proprio in questo suo fascino eterogeneo sta la sua forza: storie diverse ed origini diverse, Londra ha la capacità di riunire tutto questo in un’unica città, ed è bellissimo.
Il mio caro amico Riccardo abita a Londra da più di un anno e mi ha ospitato nel suo appartamento a due passi dalla stazione di King’s Cross: la sua casa si trova in una palazzina tra una moschea ed una Spa Cinese che pratica agopuntura, nella stessa strada in poco più di 500 metri ci sono almeno una decina di caffè e ristornati di varie etnie, da quella marocchina a quella greca. Riccardo adora Londra e si sente parte di questa: “Mi sento anche io londinese, e nessuno qua a mi ha fatto mai sentire come uno straniero” mi ha detto mentre camminavamo in alcuni graziosi quartieri di Hampsted, una delle sue zone residenziali preferite lontane dal caos cittadino. Tra le casette in stile georgiano tipiche di questo quartiere molto chic e tranquillo è facile parlare, ed è stato interessante scoprire quanti amici Riccardo avesse a Londra, tutti provenienti da paesi diversi, tutti a Londra per mille motivi ed un solo in comune: realizzare i propri sogni.
Quando andai la prima volta in Inghilterra mi sembrava difficile comunicare con le persone, forse perché il mio inglese era ancora molto elementare e forse anche perché preferivo starmene nella mia nicchia di Italiani in vacanza studio, solamente da quando ho iniziato a vivere all’estero ho abbandonato tutte queste mie insicurezze e scoperto quanto la comunicazione sia più semplice lasciando alle spalle i pregiudizi: questa volta la comunicazione è stata alla base di tutta la mia esperienza a Londra, cogliendo l’empatia nel sorriso ragazze dietro il bancone del bar e la simpatia di chi ti siede accanto per caso in un locale ed ha voglia di parlare, ed è pure bello parlare inglese con altri italiani e riconoscerli proprio dall’inconfondibile accento.

Le città sono fatte di persone e porto sempre avanti la mia filosofia che per visitare un posto nuovo non ci si debba preoccupare troppo di finire una lista di monumenti e musei da vedere, ho sempre preferito perdermi tra i vicoli più nascosti, parlare con le persone e catturare sguardi e volti interessanti con la mia macchina fotografica.
Ho visitato la National Gallery forse per l’ennesima volta, ma solamente per vedere le persone che vi si aggirano dentro, dai gruppi di turisti asiatici affamati di conoscenza ed armati di audio guida agli studenti in vacanza studio completamente disinteressati ai musei e con il naso appiccicato allo schermo del cellulare: ho osservato come le persone si soffermano ad ammirare la Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci o La Sedia di Van Gogh ed è bello riuscir a leggere negli occhi di alcuni un velo di emozione, perché la bellezza è negli occhi di chi la sa guardare. Ho osservato lo sguardo di alcuni bambini incantati dalle acrobazie degli artisti di strada, Londra è piena di giovani e non con grande talento e con voglia di condividerlo con il mondo che gli passa attorno,  a differenza di altri posti a Londra sono visti senza nessuna traccia di disprezzo: le note delle chitarre acustiche si perdono nelle lunghe gallerie della metropolitana, ti accompagnano durante il tuo viaggio come se fossero la tua colonna sonora, scelte apposta per quell’istante magico che ti fa sentire protagonista di un film sulla tua vita.
Per le strade ci sono molti turisti che camminano incantati dalle eleganti palazzine di Piccadilly e molti uomini d’affari che vanno di fretta, in un solo marciapiede sono riuscita ad osservare la vita a varie velocità. La pausa pranzo davanti a St. Paul’s Cathedral è un pittoresco quadro che vede uomini in giacca e cravatta gustarsi un pasto in tutta fretta accanto a turisti che hanno vagato ore per trovare qualcosa di buono da mangiare e un po’ a malincuore di sono accontentati del solito panino. La luce del sole filtrata dalle folte chiome degli alberi nei parchi o nei piccoli chiostri attorno alle chiese crea la perfetta atmosfera per un attimo di pausa da una visita molto meticolosa della città o da una mattinata a lavoro abbastanza estenuante.
Riccardo mi ha portato nei locali più esclusivi di Londra così come anche nei posti più strani, vivendo da un anno a Londra conosce molto bene la città anche se non basterebbe una vita per visitarla veramente tutta: è una città in continua evoluzione e cambiamento che tra un anno già sarà diversa da quella che visitato. Dalle gallerie d’arte nascoste della zona di Benthal Green siamo passati ai negozietti vintage sparsi per la città, dalle punch room più eleganti a due passi da Oxford Street ai ristoranti giapponesi più autentici e caratteristici di Soho: a Londra è possibile vivere tutte le vite, anche quelle degli altri e viaggiare assieme alle parole di perfetti estranei incontrati al ristornate e con la voglia di raccontarsi.
Ho camminato per Hackney lungo il Regent’s Canal, abitato da caratteristiche casette galleggianti: osservare queste lunghe e strette abitazioni, alcune delle quali con un molo trasformato in un piccolo giardino, mi ha fatto pensare ad una vita alternativa a Londra che non mi dispiacerebbe sperimentare. Sempre lungo il Regent’s Canal ho fatto un delizioso brunch a base di chiacchiere con perfetti estranei: è bello come universi diversi si scontrino e si fondano in un solo luogo, è così naturale che non ti stupisce nemmeno più sederti per caso accanto a due medici fiorentini che condividono con te le loro esperienze di vita, come non ti stupisce più essere servito al ristornate da una sorridente ragazza che viene da Cile e che da qualche anno lavora Londra per pagarsi gli studi, così come appare così normale prendere il caffè a casa di un ragazzo inglese che parla perfettamente l’Italiano. Tante storie raccolte in una città, che seppur grande, sembra così piccola da poter contenere il mondo al suo interno.

Londra è la dimostrazione di come la diversità sia diventata con il tempo il punto di forza di questa città, come pure è la dimostrazione che non bisogna mai aver timore di aprirsi al mondo e di guardarlo senza pregiudizi. Londra senza immigrati perderebbe la propria anima. La nostra generazione ha la grandissima fortuna di poter prendere molto facilmente un volo aereo, come pure ha tutti gli strumenti per informarsi correttamente ed abbattere tantissime barriere culturali che al giorno d’oggi possono solo essere terribilmente limitanti: semplicemente approcciarci in modo diverso alla diversità potrebbe davvero fare la differenza. Viaggiare apre la mente ed insegna molto di più di quello che si imparerebbe sopra ad un libro: sono tornata a casa da Londra arricchita e mi sono sentita fortunata di aver avuto fin da piccola la possibilità di osservare il mondo da più di una prospettiva.

 

4 Comments

      1. Grazie per la risposta! Colgo l’occasione per dirti che ho appena sfornato un nuovo post, in cui ho parlato di un uomo che mi ha segnato molto… spero che ti piaccia! 🙂

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