La mia vita a Busan

Sono una collezionatrice di storie ed adoro ascoltare le esperienze di vita altrui, quasi come se mi regalassero un piccolo frammento di ricordi che mi sarà forse utile un giorno:  quando si tratta di italiani all’estero le informazioni poi scorrono fluide e mi sembra di fare una bella chiacchierata con un vecchio amico che abita lontano, perchè in qualche modo conosco e capisco le difficoltà ed i piaceri di una vita lontana dalle proprie radici, in un paese totalmente diverso dal proprio e che improvvisamente inizi a chiamare  casa. Con Pierluigi ho avuto questa sensazione quando mi ha contattata per raccontarmi  la sua storia di italiano a Busan, in Corea. Sono anche andata a sbirciare il suo blog “Treno per Busan”   e mi ha dato l’irrefrenabile voglia di comprarmi un biglietto di sola andata per la Corea, paese che da sempre mi ha un po’ incuriosito e che poi non è nemmeno così lontano dalla Cina.

Lascio il resto di questo articolo a Pierluigi che ci regala un piccolo assaggio di Corea.

“Insegne luminose che risaltano nel buio, profumo di carne che proviene dai vicoli, rumori di amici e persone che escono insieme per divertirsi, parlare, innamorarsi. Circondato da scritte in Hangeul, l’atmosfera coreana mi prende fino al midollo, e io mi ci immergo completamente. Non sono però a Gangnam o in qualche altro celebre distretto della capitale, ma a Busan, seconda città e primo porto del paese. Mercati del pesce, con sfilate di pietanze pronte per essere mangiate mi accompagnano molto spesso nei miei spostamenti, mentre vado dal centro cittadino a Seomyeon, fino a Nampo-dong per sentirmi ancora più parte della realtà di questa metropoli, fino poi alle stupende spiagge, caratterizzate da un contorno di ponti o grattacieli, come Haeundae o Gwangalli. Sono arrivato sette mesi fa, quasi otto, per studiare il coreano, attività che desideravo fare da tempo e che finalmente sto portando avanti. Una lingua assolutamente non facile, che dietro la semplicità e la precisione di un alfabeto così scientifico, cela una grammatica molto complicata. Una sorta, per me, di lingua geometrica, la quale come un puzzle si compone di costrutti che tra di loro arrivano a compiere frasi di senso compiuto. Vi assicuro che capirli porta grande soddisfazione. La mia giornata tipo? Mi alzo, vado a scuola, pranzo, studio, ceno e poi dormo. Certo, quando si può si incontrano gli amici, e si va a mangiare qualche bel piatto tipico. Ora che estate vanno molto i noodles freddi, per rinfrescarsi dall’afa e dall’umidità che si trovano in loco. Busan tuttavia, rimane più fresca rispetto al resto della Corea, il che la rende luogo prediletto soprattutto per gli anziani, o almeno qualcuno così mi ha detto. Tra grattacieli a picco sul mare e templi antichi che sbucano come funghi in città, o che si trovano sugli scogli, come nel caso del famoso Haedong Yonggungsa, il rapporto tra modernità e tradizione appare sempre più evidente. D’altronde in questo paese i cambiamenti si susseguono uno dopo l’altro, e per rimanere a galla bisogna stare al passo coi tempi. Tra inchini rispettosi in metropolitana, ragazze che si truccano anche quando hanno un minimo di tempo libero, e giovani cantanti che si esibiscono sulla spiaggia di sera, oggi, mentre guardo alle nuvole dipinte del rosa del tramonto, e mentre sento il vento fresco accarezzarmi il volto, penso al mio passato, presente e futuro, e alla fortuna che ho, in quanto stare qui non è assolutamente facile.
Tuttavia che ci faccio qui realmente? E perché proprio a Busan? Come ho accennato prima, sono arrivato per studiare il coreano, ma questa non è l’unica ragione. Sono stato sempre interessato alle culture straniere, e in particolare verso quelle dell’Asia, che per me sono sempre un’infinita fonte di interesse. Dopo essermi laureato in lingue (non orientali) e aver preso la laurea magistrale in Scienze delle Spettacolo, momento in cui finalmente ho avuto l’opportunità di trattare la cultura coreana a livello accademico attraverso il cinema, ho deciso di provare a rincorrere un obiettivo. Oltre alle culture asiatiche, ai viaggi e alle lingue, una delle mie più forti passioni è il cinema, in particolare quello coreano. Su questo argomento infatti, ho deciso di basare la mia tesi specialistica. Per chi non lo sapesse, a Busan si tiene ogni anno il Busan International Film Festival, uno dei, se non il, festival di cinema più importante del continente. Ed eccomi qui allora, in qualche maniera cercherò di parteciparvi o farne parte, sebbene non sarà una passeggiata. Cinema coreano e lingua coreana, due miei grandi desideri da inseguire, trovano realizzazione qui in questa città, la quale non solo è anche molto più economica della capitale, ma mi permette di stare vicino ad una persona importante. Le motivazioni dunque, sono numerose.
Di italiani qui non ce ne sono tantissimi, però come si dice di solito, pochi ma buoni. Ho avuto modo di conoscere persone davvero squisite, sempre pronte ad aiutare e a darti un consiglio. Anche i coreani sono persone molte aperte e simpatiche, è sempre bello infatti quando mi ritrovo con i miei amici che ho conosciuto in passato, durante un viaggio all’estero o in Italia. Ogni fine settimana mi sento con la famiglia, ormai è molto semplice parlarsi anche a distanza. Questo porta la mia mente a pensare a come facevano le persone lontane in passato a rimanere in contatto. Pensate a quanto tempo doveva metterci una lettera per arrivare a destinazione. Al giorno d’oggi infatti, per ricevere il tipico pacco italiano inviato dalla famiglia, ricco di cibo e altre varie cose, ci vogliono circa dieci giorni, e per spedire una lettera dall’Italia alla Corea, più o meno un mese. Parlo delle nostre poste pubbliche.
Questa è in parole povere la mia esperienza.
Concludo dicendo che in passato mi facevo sempre questa domanda, e continuo a farmela: “come fare per portare davvero avanti ciò che si desidera?” La risposta non la ignoro, tuttavia io me la giocherò al massimo, per cercare di raggiungere i miei sogni, affrontando delusioni e momenti duri, a cui però seguiranno gioia e felicità. Per ora la mia vita va avanti, e per quello che vale il mio consiglio è questo. Godetevi la vostra libertà, non fatevela togliere da nessuno, e inseguite sempre il vostro sogno. Se la strada è quella giusta, ci arriverete sicuramente.”

 

Abiti in Cina o all’estero e vuoi raccontarmi la tua esperienza? Tutte le strade portano a Roma è un progetto che ho inziato per raccogliere le storie di Italiani sparsi in giro per il mondo.

Scrivimi al mio indirizzo email camilla.fatticcioni@gmail.com

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