“Quando vai in Cina piangi due volte: quando arrivi e quando te ne vai” l’esperienza di Marta

Torno finalmente a scrivere la mia rubrica “Tutte le strade portano a Roma”: il capodanno cinese è ormai un ricordo lontano, ma sembra davvero durato un’ eternità! Ho deciso di rimettermi alla tastiera e questa volta inizio con la bella email ricevuta da un’altra ragazza italiana che mi racconta la sua esperienza in Cina. Marta si è innamorata della Cina tramite i suoi studi universitari ed ha avuto conferma di questo amore per un paese così diverso sperimentando anche lei un’esperienza breve, ma intensa nella città di Pechino.

“Ciao Camilla,
Leggo sempre le storie pubblicate su Sapore di Cina e ho pensato di condividere anche la mia. Spero ti faccia piacere 🙂
Il mio interesse per la Cina è nato nel lontano 2013, quando mi sono iscritta alla facoltà di Mediazione Linguistica e Culturale di Milano.
Ho deciso di intraprendere lo studio del cinese perché sono sempre stata affascinata da questo mondo così lontano e diverso dal nostro. 
In università studiavo sia la lingua che la cultura cinese e durante il mio secondo anno mi si è presentata l’occasione di partecipare ad una vacanza-studio organizzata a Pechino.
Ho deciso così di partire e di passare la mia estate in Cina per migliorare la lingua, ma soprattutto per toccare con mano tutto quello studiato durante le lezioni di cultura, che fino a quel momento avevo solamente potuto immaginare.
Sono partita con un gruppo di altri studenti del mio corso che mi erano praticamente sconosciuti.
Siamo arrivati a Pechino e abbiamo alloggiato nel campus della Yuyan Daxue a Wudaokou.
Devo ammettere che le prime settimane sono state davvero difficili. Nonostante io sia partita piena di ottimismo e con un’idea ben precisa di ciò che mi avrebbe aspettato, lo shock culturale è stato enorme!!
Tutte le mattine durante la settimana andavo a scuola, dove ho fatto le prime amicizie con persone provenienti più o meno da tutto il mondo, che dopo pochi giorni sono diventati amici importantissimi.
Durante il mio soggiorno a Pechino ho girato in lungo e in largo la città…visitato i classici luoghi turistici che sono davvero mozzafiato, ma anche i quartieri più poveri e trasandati dove ho assistito a scene impensabili, ma anche conosciuto persone meravigliose. È proprio vero che a chi non ha nulla non interessa da dove tu venga o il colore della tua pelle. 
Persone poverissime che non avevano nemmeno l’elettricità in casa propria ci hanno invitato a bere il tè e fare quattro chiacchiere nonostante il nostro cinese fosse lontanissimo dall’essere perfetto. Incredibile ospitalità e umiltà.
Ho anche avuto la fortuna di trovare un piccolo lavoro, suggeritomi dal cuoco della mensa del campus in cui alloggiavo. Ho “lavorato” come “guida turistica” del campus. Quasi ogni giorno un gruppo di bambini cinesi veniva in gita nel campus; il mio compito era semplicemente quello di parlare in inglese con i bambini e fare mille foto. Nonostante ci capissimo a stento dato il mio cinese basilare e il loro inglese praticamente inesistente, ci siamo sempre divertiti un sacco. Insegnavo loro parole, giochi, canzoni italiane e alla fine delle 2 ore spese insieme ero sempre triste di abbandonarli. Sono ancora in contatto su WeChat con alcuni dei bambini conosciuti.
Potrei andare avanti all’infinito, ma decido di fermarmi qui e tirare le conclusioni.
Per me la Cina significa sicuramente cambiamento e 
diversità, ma anche libertà e casa. Ebbene si, nonostante alla fine dei miei 3 mesi fossi contenta di tornare a casa e rivedere i miei cari, lasciare la Cina ha lasciato una ferita aperta che ancora non si è del tutto richiusa.
Salutare tutti gli amici conosciuti è stato difficilissimo, abbiamo tutti pianto per ore. Lasciare quel mondo tanto diverso ma in fondo uguale è stata forse una delle esperienze più difficili della mia vita. 
Prima della mia esperienza in Cina ero una persona molto schizzinosa e a volte limitata, diffidente verso ciò che non conoscevo. Ora sono decisamente più coraggiosa e so di potermela cavare da sola. Ho imparato ad adattarmi, ma anche quanto sia bella la diversità e quanto sia facile imparare ad integrarsi in culture completamente diverse dalla nostra.
Mi piace riadattare una frase di “Benvenuti al Sud” quando parlo della Cina. “Quando vai in Cina piangi due volte: quando arrivi (per la grande diversità e il disagio generale) e quando te ne vai”.
È un Paese meraviglioso, dove nuovo e antico si mescolano alla perfezione e dove ogni singola persona può insegnarti tanto.
Spero tutt’ora di avere la possibilità di tornare un giorno e visitare altre città e villaggi e conoscere altre meravigliose persone.
Scusa per la mail chilometrica ma come credo tu sappia è difficile racchiudere tutto quello che la Cina ti regala in una mail.
Spero tu apprezzi la mia storia, mi ha fatto piacere condividere la mia esperienza con te.”
Cara Marta, 
Sono felicissima di leggere la tua mail. Come ho scrivo spesso nel mio Blog, la Cina è difficile da lasciare senza rimpianti di non aver vissuto abbastanza a pieno tutto quello che ti offre. È un sapore agrodolce che ti porti addosso per tutta la vita. Io sarò qua ancora per molto e mi manca casa, ma so che quando tornerò finalmente in Italia mi mancherà la mia vita in Cina . 
Se vuoi puoi anche mandarmi una foto che rappresenta l’esperienza più importante che hai vissuto in Cina, puoi raccontarmi il momento più bello oppure il momento più brutto della tua esperienza.
“Sarà pure scontato, ma il momento che ricordo e per sempre ricorderò con estrema gioia è la giornata spesa sulla Grande Muraglia.
È stata diciamo highlight del mio viaggio, il “monumento” più importante sulla mia lista…per tantissimo tempo ho sognato di vederla e finalmente il mio momento è arrivato.
Era una caldissima giornata di Agosto, la temperatura era probabilmente di 40 gradi. Ricordo ancora il caldo umido infernale.
Dopo un viaggio della speranza tra metro, treni e bus ho finalmente raggiunto sua Maestà la Grande Muraglia, più nello specifico ho visitato la parte di Ba Da Ling.
Dire che la Muraglia era affollata è un eufemismo, non so nemmeno descrivere la quantità di cinesi presenti quel giorno.
Inutile dire che la situazione era snervante, migliaia di ombrellini aperti per ripararsi dal sole e dal caldo estenuante, bambini che strillavano e facevano i capricci, decine di persone che ci fermavano in continuazione per chiedere una foto, le torrette di guardia piene di gente accaldata che cercava ristoro e riparo dal sole.
Ho capito a pieno la tipica espressione cinese “scalare la Muraglia”, sicuramente non è stata una passeggiata.
Arrivata finalmente in uno spiazzo ho avuto modo di rilassarmi e assaporare la maestà di questa meraviglia del mondo.
La mia scalata della Muraglia come metafora della vita. La scalata è stata dura ma la vista da lassù è davvero magnifica e talmente emozionante da farmi piangere come una bambina.
Il senso di libertà e grandezza che ti trasmette è incredibile, così grande da sopraffarti. Non avrei mai pensato che una gita su delle mura vecchie 2000 anni mi avrebbe fatto crescere e capire così tante cose su me stessa.
Il mio viaggio in Cina, e soprattutto questa esperienza,mi hanno dato il coraggio di vivere la mia vita a pieno, di affrontare le mie paure e diventare indipendente. 
Concludo citando il buon vecchio Mao Zedong “Non sei un vero eroe se non sali sulla Grande Muraglia”.
Grazie di nuovo per avermi ascoltata, o meglio letta. 
Un abbraccio,
Marta”

Abiti in Cina e vuoi raccontarmi la tua esperienza? Sono qua pronta ad ascoltarti, scrivimi a camilla.fatticcioni@gmail.com

Tutte le strade portano a Roma.

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