Tutte le strade portano a Roma

条条大路通罗马 , ovvero “tutte le strade portano a Roma”: anche in Cina viene usato questo modo di dire quando qualunque sia la direzione che prendiamo per una decisione o qualunque sia il mezzo o lo strumento che utilizziamo per risolvere un problema (sia esso difficile o semplice) condurrà comunque allo stesso risultato. È stato buffo scoprire che questo modo dire esiste anche in cinese, e mi ha fatto quasi pensare che questa strada contorta attraverso tutta l’Asia fino alla Cina alla fine mi riporterà verso casa, al punto di partenza. Che cosa sono venuta a cercare qua in Cina? Che cosa cercano tutti gli Italiani che si trovano in Cina o all’estero? Forse abbiamo tutti intrapreso strade diverse per ritrovare, alla fine del percorso, la nostra identità come Italiani, per ritrovarci in senso figurato a “Roma”? In più di due anni sono cresciuta molto, ho capito tante cose che prima mi erano estranee ed ho iniziato ad amare la mia patria più di quanto l’abbia fatto prima. Che cosa significa ‘’Italia’’ per noi italiani all’estero? Naturalmente molto di più di un semplice piatto di spaghetti, che siamo abituati a cucinare perfetti anche con quei pochi ingredienti che si possono trovare in un supermercato straniero, quasi fosse una dote scritta nel nostro DNA. Vivere lontana da casa è un sacrificio, non una vacanza come talvolta può apparire dalle foto postate su Instagram: lì si sa che appare solo “il meglio” della nostra vita, se non addirittura una versione “filtrata” della realtà. Vivendo in Cina mi sono persa già due Natali, numerosi pranzi domenicali e infiniti pomeriggi da trascorrere pigramente sul divano assieme al mio cane, mi sono persa dei semplici istanti con le persone che amo, momenti ai quali prima non davo tutto il peso che do invece adesso. Mia mamma mi manda il messaggio del buongiorno ogni giorno alle 15:00 e quando parliamo al telefono il tempo non è mai abbastanza ed oramai mi sono abituata al suo volto sgranato in video chiamata, molto spesso con una pessima connessione parliamo senza dirci nulla. Vedo la vita in Italia come da una finestra: apro Facebook per controllare alcune notizie, cerco su Google per informarmi e maledico più volte al giorno la lentezza delle reti VPN, tutto sembra così vicino grazie a internet, ma in realtà mi trovo a 12 ore di aereo da casa. Mio padre spesso mi ricorda che la vita va avanti anche in Italia quando mi lamento di una risposta molto tarda a quelli che per me sono messaggi urgenti: in Cina ho imparato ad apprezzare la solitudine, a cavarmela e a vedere le persone che amo vivere la loro vita senza di me. Parto ogni volta con il terrore di tornare e trovare le cose cambiate, parto con la speranza che tutto rimanga identico a come l’ho lasciato e sono molto fortunata perché torno a casa almeno due volte l’anno, ci sono molti italiani invece che stanno via per anni senza vedere la propria famiglia. Ho le mie radici in Italia, ma non la mia vita: i pochi amici rimasti quando torno per qualche settimana a casa mi chiedono sempre come va in Cina, parlo solo io come se venissi da un altro pianeta, ed è proprio come se venissi da Marte che mi sono persa tutte le loro lauree e compleanni. Mi infilano ancora in alcuni gruppi Whatsapp per organizzare le cene di classe e rimango dentro quei gruppi come un fantasma, silenzioso spettatore di una vita parallela in Italia. Quando mi sento triste scrivo a mia sorella o al mio ragazzo, peccato che spesso nessuno dei due possa saltare in macchina per venirmi a trovare perché entrambi si trovano troppo lontani da me e mi devo accontentare di qualche messaggio carino. Mi manca parlare l’italiano, spesso ho pure la sensazione di non saperlo più parlare dopo così tanto tempo che uso solo il cinese o l’inglese per comunicare con le persone che mi stanno attorno. Insegnare la mia lingua mi piace molto. Come lavoretto part time insegno in privato la lingua italiana, ci sono molti ragazzi cinesi che vogliono andare in Italia a studiare: nei loro occhi vedo i miei sogni, le mie speranze, vedo il mio sguardo prima di imbarcarmi sull’aereo diretta ad Hangzhou. In fondo siamo qua tutti per un motivo, anche se abbiamo diverse storie. In fondo tutti abbiamo dei sogni per i quali vale la pena sacrificare qualcosa: non siamo senza radici, anche se quelle, in fondo, le hanno solo le piante.

Sono felice di vivere qua in Cina, anche se vivo la mia quotidianità con un’ abbondante dose di nostalgia: ho deciso di iniziare questo progetto che chiamerò proprio “Tutte le strade portano a Roma” per raccogliere le storie di altri Italiani che come me si trovano a vivere in Cina, potete contattarmi tramite il mio indirizzo email camilla.fatticcioni@gmail.com, oppure se abitate ad Hangzhou o Shanghai sarebbe bello poter ascoltare dal vivo qualche bella avventura.

2 Comments

  1. Mi ritrovo molto nelle cose che scrivi. Anche a me mancano soprattutto le cose semplici dell’Italia, cose che prima di venire in Cina trovavo noiose o poco interessanti, tipo i pomeriggi domenicali a casa senza nulla da fare. Me ne sono accorta poche settimane fa, quando sono tornata a Roma per la prima volta dopo un anno.
    Ma la Cina offre opportunità impensabili in Italia, anche se prima o poi so che ci tornerò.
    Buona giornata 🙂

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    1. Molto felice di leggere che ti ritrovi in quello che scrivo. Viaggiare è bello perché ci da l’opportunità di “tornare”, riscoprire ed essere felici della quotidianità lasciata a casa. Mi trovo molto bene in Cina: è un paese pieno di opportunità, ma a volte manca casa! Se hai voglia di raccontarmi alcune delle tue esperienze in Cina scrivimi 🙂

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