Il paese dei contrasti

Da quando sono arrivata qua in Cina ho preso l’abitudine di collegarmi ad alcune stazioni radio italiane per avere un po’ di compagnia mentre faccio colazione con un tristissimo caffè solubile e latte. Spesso ascolto Radio Deejay: mi ricorda quando mio babbo mi portava in macchina a scuola o rientravamo assieme a casa per l’ora di pranzo;  adesso questa stazione è invece una cara compagna nei momenti di solitudine nella mia cameretta. Mi sveglio ed accendo la radio mentre il vapore dell’acqua dentro il bollitore si mischia al fumo dell’incenso che da poco ho comprato e penso che sia buffo essersi appena alzati e sentire trasmettere alla radio musica da discoteca, messa lì solo per tenere sveglio chi rientra a casa il venerdì sera: a volte ho la percezione di vivere in un universo parallelo che ha alcune finestre che hanno vista sulla mia vecchia vita in Italia.

Ho la fortuna di avere il dormitorio della mia università in una delle zone più chic di Hangzhou, cioè sul Lago Occidentale, il polmone verde di questa città. La mattina mi piace pure uscire a fare lunghe passeggiate lungo il lago, questa zona al mattino è principalmente frequentata da persone anziate che fanno esercizio fisico. Visto che in Italia sono le 2 di notte passate, quando vado a fare la mia passeggiata mattutina mi diverto ad ascoltare la musica trasmessa alla radio italiana: nella mia testa inizio a girare un video musicale con protagonisti simpatici vecchietti che fanno stretching o tàijíquán 太极拳 a ritmo di Animals di Martin Garrix,  vi assicuro che il risultato è un contrasto davvero esilarante.

Il lago occidentale ha un perimetro di 12 km e si estende per 5,6 km² ed è considerato il prototipo di bellezza paesaggistica in Cina. Se al mattino è popolato da numerosi adorabili vecchietti, durante il giorno è spesso affollato da turisti cinesi che passeggiano sulla riva del lago e fanno sali e scendi sui ponti facendo attenzione a non finire in acqua mentre si scattano selfie. Marco Polo a suo tempo aveva descritto Hangzhou come “la città celeste e più splendida del mondo”,  come dare pure torto ai cinesi che nella storia hanno sempre descritto questa oasi nella regione dello Zhejiang come il paradiso terrestre. Camminando in questa zona si è avvolti da mille colori, che vanno dal verde intenso della primavera fino ai mille gialli, rossi e viola dell’autunno. Questa atmosfera romantica mi accompagna nelle mie passeggiate di circa 7 km: mi piace passeggiare ed osservare attorno la vita che scorre, un po’ come se agissi da sola spettatrice. A volte credo veramente di vivere in un universo parallelo che mi da la libertà di godermi lunghe camminate o caffè caldi nello Starbucks che ha una vista meravigliosa sulla natura di Hangzhou, mentre il mondo fuori corre e si affanna. Seguendo il perimetro del lago partendo dalla mia università, la China Academy of Art che è un altro importante punto di riferimento nel centro di Hangzhou, si arriva della zona dei negozi di alta moda: le vetrine di Hermès, Chanel e Louis Vuitton scintillano mentre al loro esterno gruppi di cinesi ballano sulla base di qualche canzone folkloristica, giocano a carte o a scacchi oppure mangiando con foga un fumante bāozi 包子.  La bellezza della Cina sta proprio in questo contrasto tra globalizzazione e tradizione. Nella stessa zona dei negozi firmati si trova uno degli Apple Store più grandi della Cina, in un’ atmosfera di luci al neon che la prima volta mi ha ricordato Piccadilly Circus a Londra, solo che invece che i tipici taxy neri e gli autobus rossi così british si vedono sfrecciare migliaia di cinesi impazziti in moto, senza casco e magari con qualche rimorchio pieno di bottiglie di plastica o di scatole di carta.

Il mio voluto contrasto tra tàijíquán 太极拳 e musica house forse non è poi così insensato visto che mi trovo nel paese dei contrasti e delle contraddizioni: pochi giorni fa al Tg hanno trasmesso la notizia del bambino “fiocco di neve” che ha percorso 4 km a -9 gradi per arrivare a scuola. Il bambino di dieci anni si è presentato in classe con i capelli completamente congelati e la foto ha suscitato tanto scalpore in Europa, ma non è altro che uno dei numerosi esempi di un paese che ha avuto e sta avendo una crescita economica così veloce ed improvvisa e che in questa repentina evoluzione sta inevitabilmente lasciando indietro qualcuno.

Lungo il Lago Occidentale i prezzi di un piccolo appartamento possono arrivare a superare quelli di un appartamento a Brooklyn, il viale alberato di Nanshan Road invece sembra un salone per auto di lusso, e giuro non ho mai visto così tante Rolls Royce girare in città come qua ad Hangzhou. Basta comunque allontanarsi dalle sponde del lago che tutto assume un aspetto diverso. Tanta povertà in contrasto con la ricchezza dei grattacieli che sbucano come funghi, alcuni mendicanti chiedono l’elemosina con i bicchieri di carta presi da Starbucks, altri invece ti mostrano il loro conto Alipay sul cellulare.

All’interno delle enormi foreste di cemento cinesi sopravvivono alcuni tipici baracchini dello street food, aboliti invece nel centro di Hangzhou dopo il G20 del 2016 perché ritenuti inappropriati per un immagine di una Cina “evoluta”. La zona attorno al Lago Occidentale ha subito un drastico cambiamento per il G20, ed è tuttora in evoluzione: locali nuovi vengono aperti e demoliti nel giro di un mese, interi quartieri demoliti per far spazio a grattacieli o a nuovi centri commerciali. Questo è quello che sta succedendo nella zona di Xiangshan qua ad Hangzhou, a circa 20 km dal centro: ad oggi è un deserto di macerie, ma poco più di un mese fa questa zona periferica ospitava piccoli locali e ristoranti tipici.

Camminando per Hangzhou spesso mi è capitato di trovarmi in quartieri che mi hanno fatto sentire in Europa: l’ultima fermata della linea uno della metro Xianghu ospita una Venezia in miniatura ad esempio, come ho da poco scoperto che ad Hangzhou è possibile anche visitare la versione cinese di Parigi; non bisogna però allontanarsi troppo dal centro che si possono trovare numerosi edifici in stile europeo, come la chiesa cattolica risalente al 1600, a pochi passi dalla fermata Wulin Square della prima linea della metro, nascosta tra grigie palazzine cinesi.

Tra i viali alberati di Hangzhou non è difficile scovare qualche pagoda di vedetta sul lago, altissimi e moderni grattacieli da far invidia a New York e chic appartamenti in stile francese. Hangzhou, come la maggior parte delle grandi città cinesi ha mille contrasti, forse è proprio questo che rende questa città così affascinate.

 

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